Quando ero piccola mio nonno mi leggeva la Divina Commedia. Già, può sembrare strano partendo dal presupposto che per un bambino capire Dante non è semplice se non quasi impossibile. Almeno se si pensa ad una lettura erudita o scolastica ma per nonno la Divina Commedia era altro. Tanto per cominciare più che leggerla me la raccontava inserendo qua e là piccoli estratti che puntualmente mi spiegava. L’immaginazione di un bambino può davvero spingersi molto oltre quando di mezzo c’è il racconto di un nonno e la mia ovviamente si sbizzarriva con l’Inferno. Solo diversi anni dopo, ai tempi del liceo, l’immaginazione lasciò spazio ai sentimenti e per la prima volta mi si strinse il cuore mentre la lettura scivolava sulla storia di Paolo Malatesta e Francesca da Polenta, Paolo e Francesca Canto V (Inferno).

Oggi penso che quello che mio nonno voleva trasmettermi fosse molto di più della lettura della Divina Commedia. Apprezzare un capolavoro sì ma non solo. Cosa era per un uomo della sua generazione – era nato 1919 –  poter leggere Dante? Sicuramente un traguardo importante, la conquista di potere assaggiare quella cultura che ha reso grande il nostro Paese ma che prima di tutto arricchisce a livello personale. La ricerca continua del bello nel verso come qualcosa che intimamente ci appartiene e che allo stesso tempo ci porta fuori in una dimensione altra. Era la conquista di potere studiare. Mio nonno era umbro, suo padre era un operaio nelle ferrovie e sua madre era casalinga, aveva i conigli d’Angora lavorava la lana e la vendeva. Nemmeno l’esperienza del campo di prigionia, ha impedito successivamente a mio nonno, seppur profondamente cambiato, di cercare le sue radici nella cultura e anche in quelle pagine della Divina Commedia. Un libro qualsiasi esso sia si trasmette come un valore, come un ricordo, come qualcosa di nostro che doniamo alle persone che amiamo e quando si tratta di Dante facciamo molto di più perché invitiamo chi ci è caro a superare i propri limiti. Questo mi ha insegnato mio nonno leggendomi la Divina Commedia.

(in foto la Divina Commedia di nonno)