Bonbon, il gatto di Sara era scomparso. Con i suoi amici, aveva percorso le strade del quartiere in bicicletta per ore, ma nulla. Rimaneva solo una possibilità: la vecchia casa dell’orribile signor Corvo. Tutti i bambini del quartiere chiamavano così un anziano che un tempo era stato il becchino del paese. Molto schivo e sempre vestito di nero si vedeva perlopiù al crepuscolo quando portava fuori il cane; era curvo e pallido con i capelli ispidi e delle profonde occhiaie. I bambini erano certi che il gatto lo avesse preso lui per vendicarsi dei loro continui scherzi. Dopo un giorno di ricerche a Sara venne un’idea, evocare sua zia Carla con una seduta spiritica per chiederle dove fosse il gatto. Del resto, era stata proprio la cara parente a portare in casa della bambina il suo Bonbon.

Qualche sera prima Sara aveva visto di nascosto un horror con suo fratello e il film si era trasformato in una specie di tutorial. In pochi minuti, radunò gli amici in cantina, spostò il baule con cui giocava a fare la prestigiatrice nel centro della stanza e ci accese sopra una candela. I bambini si misero in cerchio e unite le mani invocarono zia Carla. D’un tratto sentirono un rumore che li fece rabbrividire. Un lamento, seguito da un suono ruvido, impossibile da decifrare. Alberto e Tommaso che erano fratelli, iniziarono a litigare perché il primo voleva fuggire a gambe levate mentre il secondo era deciso a proseguire per incastrare il signor Corvo. Alla fine anche Alberto rimase e i bambini unirono nuovamente le mani. “Zia Carla, se ci sei dimmi dove si trova il mio Bonbon” esclamò Sara con le lacrime agli occhi “Abbiamo sentito che sei qui, dacci un segno, indicaci dove si trova” proseguì la ragazzina con insistenza, ma nulla. “Zia Carla è stato il signor Corvo?” disse poi con la voce Tremante Alberto cercando di recuperare la stima della sua amica. Seguì solo silenzio. Fino a quando il baule non iniziò a tremare. I bambini si nascosero ovunque terrorizzati mentre la cassa in legno si spostava nella stanza fino a quando non si capovolse. Dal baule uscì Bonbon che adirato scappò via su per le scale. “Ma certo!” Urlò Sara iniziando a ridere. “Il mio gioco di prestigio!”