di Iunia Valeria Saggese

Tutti gli anni nella notte tra il 12 e il 13 dicembre, Santa Lucia, in groppa al suo asinello, visita le case di chi la invoca. Come le conosce? È il somarello che indica il percorso, la conduce strada dopo strada fino alla porta di coloro che la tengono in considerazione. E la Santa, che al posto degli occhi ha due fessure di luce dalle quali fuoriesce il calore del suo cuore, come uno spettro dallo sguardo incandescente si aggira per il mondo, per lasciare un giglio e una spada ai timorati di Dio, affinché portino fiori alla Vergine Maria e siano fedeli a San Michele nella battaglia contro il nemico. Ma Santa Lucia compie miracoli, anche. Come? A chi?

Ascoltate, che c’è da rimaner basiti.

È necessario, prima di tutto, che vi dica qualcosa sull’asinello. Esso non è infatti un asinello qualunque ma proprio la bestiola che, assieme al bue, soffiò il suo alito caldo sul corpicino di Gesù bambino.

È ovvio che sia così, perché Santa Lucia non vede che con la luce del cuore e il somarello non conosce che con la scienza dello Spirito Santo. Entrambi servono il Signore senza usare gli occhi che si trovano sopra al naso e alla bocca. Ed è ovvio che il loro sguardo sia abbagliante e spettrale perché gli occhi emanano ciò che libera la bocca, e la bocca libera ciò che esce dal cuore.

Ciò detto, per tornare a noi, nella notte tra il 12 e 13 dicembre, quando il somarello passa davanti a alla dimora di chi è codardo, si ferma e dice: “Santa Lucia, apri gli occhi a chi li deve aprire!”. La Santa allora volge il suo sguardo incandescente alla dimora, sguardo che trapassa i muri all’istante e arriva dritto al petto chi dorme, ignaro, nel proprio letto.

Così fa la Santa per scrutare nei cuori, e se trova un lumicino che ha bisogno di alimentazione, concede la grazia di liberarlo dai vincoli per accrescere la propria fiamma, ma se non v’è fiammella da attizzare, Santa Lucia distoglie lo sguardo e dice: “Questa è cenere per il fuoco eterno”.

Al pronunciare codeste parole, Lucifero si fa puntualmente una grossa risata, che risuona dalle profondità della terra e corre veloce con la lava del sottosuolo fino a soffocare nella fossa di qualche abisso.

Quando questo succede, il somarello guarda in cielo, s’impenna e continua ad andare.

E così, di casa in casa, per tutta la notte, l’asinello e Santa Lucia fanno il censimento delle fiammelle accese e spente nei cuori di coloro che abitano questo mondo.

Alle prime luci dell’alba, entrambi i servi del Signore sono stanchi e in parte addolorati.

Lucia ha bisogno di riposare lo sguardo, perché ha donato luce qua e là per il mondo, così alza il capo. Una folgore illumina il percorso, che il somaro, come cavallo alato di pregiatissima razza, percorre cavalcando l’aria per ricondurre a casa la Santa.

Lucia giunge alle porte del Cielo mentre sale il canto degli angeli. Riposerà nella luce fino alla notte tra il 12 e il 13 dicembre dell’anno seguente, quando tornerà tra i vivi per donare i suoi occhi a chi è in attesa di accoglierli.

13 dicembre 2022

Dedicato a chi combatte grandi battaglie senza incoraggiamento e nessun conforto.