di Iunia Valeria Saggese

È notte e Beatrice non riesce a prendere sonno, sogna ad occhi aperti di andare sull’altalena a righe blu, rosse e gialle, che ciondola dalla quercia nel suo giardino.

Si gira a guardare verso il corridoio dove la luce resta sempre accesa, sospira, si guarda le punte dei piedi, tira su le gambe un paio di volte e subito si stanca.

“Fai ginnastica?” una voce accanto al suo letto, d’improvviso, rompe il silenzio. Beatrice si volta di scatto:

“Ma come è…?” vorrebbe dire “possibile” ma non riesce a terminare la frase e rimane imbambolata. Un bel bambino biondo, di circa sette, otto anni, con una sciarpa al collo, sta in piedi e le sorride.

Beatrice allarga gli occhi, il cuore le batte fortissimo:

“Sei proprio tu? Sei il piccolo principe dell’asteroide B612?”

Il bambino continua a sorridere e Beatrice è tutta contenta.

“Cosa ci fai qui? Lo sai che notte è questa?”

Il piccolo principe annuisce:

“Certo che lo so, è la notte di Natale”.

Beatrice, risoluta, va avanti:

“Anche da dove vieni tu si scartano i regali?”

“Intendi lassù nel cielo?” fa l’altro indicando il soffitto, poi continua: “E tu che regali hai ricevuto?”

“Io li scarto domani” replica Bea, con un velo di tristezza che non passa inosservato al bambino.

“Che c’è? Sei triste?”

Beatrice ripensa all’altalena, al desiderio di giocare in giardino, ma è solo un attimo, poi torna a sorridere e si rivolge al suo nuovo amico:

“Resti con me tutta la notte?”

“Mi piacerebbe ma devo ripartire”.

Bea abbassa lo sguardo, delusa. “Però domani torni a trovarmi?” dice.

“Certo, staremo sempre insieme” risponde l’altro.

Bea fa un grande sorriso.

Il bambino si avvicina, le accarezza una guancia e subito Beatrice sente un gran calore in tutto il corpo, chiude gli occhi istintivamente, ha tanta paura, non capisce cosa stia accadendo. E finalmente si addormenta.

Il giorno dopo, gli infermieri arrivano insieme alla mamma cantando una canzone di Natale. Bea salta giù dal letto piena di gioia, si sente in gran forma. La bandana scivola via, sulla testolina sono spuntati nuovi capelli. Sua madre, come se ne accorge, si accascia sulla sedia accanto alla figlia, guarda gli infermieri che a loro volta guardano Bea poi la mamma e poi di nuovo Bea.

Tutti smettono di cantare mentre la piccola saltella qua e là per la stanza:

“È stato lui, è stato lui, il piccolo principe! Stanotte è venuto a trovarmi” dice.

Più tardi, all’Ospedale Bambino Gesù, eseguiti tutti gli esami, i medici dimettono Beatrice. Non sanno spiegare cosa sia successo ma non importa. Bea sta per tornare a casa e la prima cosa che farà sarà saltare sulla sua altalena, c’è da scommetterci!