La foto racconta…

Da piccola pensavo che sulle nuvole si potesse camminare e che avessero il sapore dello zucchero filato. Penso che sia una convinzione comune in molti bambini anche oggi. Che stiano scompigliate dal vento come chiome indomite o lievi macchie di bianco nel cielo estivo oggi mi fanno pensare ad eterei mezzi di trasporto. Di cosa? Dei pensieri ad esempio. Pensate se una nuvola si riempisse dei sospiri di una città per poi spostarsi e rilasciarli in luoghi lontani e completamente nuovi sotto forma di pioggia. Sono belle le nuvole, anche quando sono scure e impenetrabili, testimonianza di antichi miti e gloriose civiltà.

Ma mai avrei pensato che le nuvole si dessero appuntamento. Fino a quando alcune sere fa non mi sono trovata davanti ad uno spettacolo ammaliante quanto insolito. Come due anime che non si vedono da tanto, tanto tempo, una nuvola carica di pioggia ed una nuvola rosa su cui rifletteva il sole del tramonto si sono incontrate per un lungo abbraccio. Ed ho pensato quindi, grazie all’insegnamento delle nuvole, che ogni anima si può abbracciare anche attraverso i ricordi e quello che le persone hanno lasciato in noi. E la prossima volta che vedrò una nuvola, le chiederò sicuramente di portare il mio abbraccio…

(due nuvole nel Parco Nazionale del Circeo)