di Iunia Valeria Saggese
Un giorno di sole dell’anno 2090, Carla trova in un vecchio baule un diario della nonna. Non sta nella pelle e comincia a sfogliare le pagine, che le rivelano qualcosa di incredibile…
Cara Mamma Celeste,
perché non mi appari più in sogno?
Ti ho vista in un cielo scuro, seduta sul trono a destra di una grande luce, qualche tempo prima della pandemia.
Ti ho vista ai piedi della croce, in ginocchio, in lacrime, con la bocca aperta dilaniata dal dolore e il braccio teso verso Cristo. Eri impotente, così umana. Una bella ragazza con i capelli lunghi scuri, il viso simmetrico dai lineamenti gentili, la carnagione olivastra.
Ti ho cercata in giro per il mondo, da Loreto a Milano, da Medjugorje a Città del Messico, da Fatima a San Giorgio a Cremano, ed eri sempre diversa eppure la stessa.
Ovunque lo stesso odore di eternità di fronte alla ridicola parabola dell’esistenza umana, che sembra appartenere ad un’altra storia ed essere fuori dalla grazia di Dio.
Sono qui a scriverti cose che già sai, perdonami.
Perdonami perché sembra una resa la mia.
Ma poi vengo da te, messa dopo messa, occhi negli occhi. Ci sei sempre, nella tua posa col volto chino come a guardare un bambino. Chissà cosa guardi. Chissà se vediamo le stesse cose quaggiù.
Chi lo sa quanto tempo abbiamo, ciò che meritiamo e che non meritiamo, chi lo sa da dove ricominciare ogni giorno, al di là della guerra, della routine, delle carceri e dei castighi, delle solitudini e dell’indifferenza, della noia per ogni cosa.
Sono la voce di una, cento, mille, un milione di persone, di tutti gli esseri umani. In fondo tutti ci chiediamo le stesse cose.
Povero Cristo, che ha salvato ogni uomo di tempo, a guardar noi sentirci prigionieri, avvolti da innumerevoli legacci, da spire di pigrizia e inerzia che uccidono curiosità e avventura.
Sono davvero folli ed eroi coloro che rompono codesti vincoli, o son forse loro ad esser normali e tutti gli altri i folli? Ma cos’è un eroe? Cos’è ai tuoi occhi, Madonnina?
E tutti noi cosa siamo? Eterne pecorelle smarrite, che vergogna…
Ti aspetto, ti aspetto sempre, torna a trovarmi, magari stanotte.
Tu mi dirai di me e io ti dirò di te.
Il 30 gennaio di 25 anni fa la sacra immagine della REGINA DEI GIGLI faceva ingresso per la prima volta nella chiesa della SS.ma Annunziata. La parrocchia celebra questo anniversario, a partire dalle 17.00 con rosaio, messa e a seguire breve testimonianza delle famiglie che hanno ricevuto la “Visitazione”.