So già dovete volete arrivare, vi sembrano strani due funerali nello stesso cimitero, sotto la stessa pioggia battente, separati da appena qualche decina di metri. La coincidenza vi disturba? Vi appare esagerata? Sappiate solo una cosa, una sola: in tutta questa serie di eventi non esiste la minima coincidenza. Niente è lasciato al caso in quest’affare, al contrario

“Ninfee nere” di Michel Bussi non poteva mancare nella libreria dei Diari. Avevo sentito parlare tanto del libro ma ancora mio malgrado non ero riuscita a leggerlo. Molto male! L’opportunità è arrivata da un gruppo di lettura, o meglio da un gruppo di amici tutti accomunati dall’amore per i libri e per la scrittura. “Questo mese stiamo leggendo Ninfee Nere”, così per mettermi al passo con gli altri ho acquistato subito il libro e ho iniziato a leggere…senza riuscire a smettere. Il primo consiglio che mi sento di dare è proprio sui tempi di lettura, non fate passare troppo tempo fra un capitolo e l’altro perché la trama è fitta e i dettagli sono molti proprio come quelli che trovereste in un quadro impressionista. Magari un Ninfee di Monet. Possiamo davvero parlare di pennellate di scrittura impressionista a tratti luminosa per altri versi evanescente in cui tutti gli elementi, davvero molti, compongono un quadro narrativo complesso che poi però si rivela. E’ una storia che si ammira e che si scopre allo stesso tempo, attraverso personaggi che sfidano la linea temporale quando dalle loro singole vicende personali emergono terribili ricordi.

Sinossi: A Giverny in Normandia, il villaggio dove ha vissuto e dipinto il grande pittore impressionista Claude Monet, una serie di omicidi rompe la calma della località turistica. L’indagine dell’ispettore Sérénac ci conduce a contatto con tre donne. La prima, Fanette, ha 11 anni ed è appassionata di pittura. La seconda, Stéphanie, è la seducente maestra del villaggio, mentre la terza è una vecchia acida che spia i segreti dei suoi concittadini da una torre. Al centro della storia una passione devastante attorno alla quale girano le tele rubate o perse di Monet (tra le quali le Ninfee nere che l’artista avrebbe dipinto prima di morire). Rubate o perse come le illusioni quando passato e presente si confondono e giovinezza e morte sfidano il tempo. L’intreccio è costruito in modo magistrale e la fine è sorprendente, totalmente imprevedibile. Ogni personaggio è un vero enigma. Un’indagine con un succedersi di colpi di scena, dove sfumano i confini tra realtà e illusione e tra passato e presente. Un romanzo noir che ci porta dentro un labirinto di specchi in cui sta al lettore distinguere il vero dal falso.

Vi sembrerà di passeggiare per Giverny e di conoscerne le storie e gli abitanti, i segreti persi in biglietti, scatole di colori indizi davvero molto stimolanti soprattutto per gli amanti dei gialli. C’è uno studio eccezionale di Monet e della sua opera dietro questo libro, non soltanto in senso artistico ma emozionale e forse proprio l’arte attraverso il grande pittore diventa una sorta di personaggio ombra presente nelle vicende che più segnano la trama del romanzo. Ed è stato emozionante cimentarsi con questa scrittura impressionista che si accende con il colore del sangue e si lava con la pioggia nelle molte sfumature dei ricordi. Lettura consigliata.