La neve copre ogni cosa. I fiocchi leggeri formano una pesante coltre bianca che nasconde il paesaggio e lascia spazio al silenzio. La quiete può essere tuttavia apparente perché anche dalla coltre più spessa possono riemergere storie efferate. Per questo nel sorprendente romanzo di Brian Freeman dal titolo “Il rumore del silenzio”, (“La neve profonda” in versione audiolibro) bisogna imparare, tanto per cominciare, a fare due cose: scavare e ascoltare i sussurri che turbano la quiete di un suggestivo paesino nella contea di Mittel. Del resto, a parlare nel romanzo sono proprio i silenzi. Un gufo bianco segna la vita di Shelby Lake, abbandonata ancora in fasce in una fredda notte invernale e salvata dallo sceriffo Tom Ginn che la cresce come una figlia. Quando qualcosa sta per mutare nella vita di Shelby il gufo appare. Anche quando scompare un bambino, Jeremiah Sloan.
E’ l’evento che innesca la miccia del romanzo che pagina dopo pagina esplode in un vortice di suspense. Anche Shelby è in polizia ed è lei ad avviare le indagini scavando nel presente e inevitabilmente nel passato. Sogni, particolari dimenticati, scherzi del caso, condiscono la trama di un thriller che tiene fino all’ultima pagina con il fiato sospeso. La psicologia dei personaggi, davvero molti e sfaccettati, tesse una tela attorno al fatto principale, cioè la scomparsa del bambino. Ma sarà davvero questo episodio il fulcro del romanzo? Quanto sarà difficile per Shelby Lake ripercorrere le tracce che la neve cancella partendo dalla sua memoria? Devo dire che questo personaggio femminile mi ha davvero appassionata. Una donna istintiva e imperfetta con un grande intuito, segnata da una vita che inizia con un grande interrogativo legato al suo abbandono. Spero di leggere presto un nuovo romanzo con la stessa protagonista. Libro da aggiungere alla libreria per gli appassionati di thriller e non solo