“Perchè le rivoluzioni si fanno a partire dal desiderio: l’aspirazione verso una società più giusta, in cui si possa vivere libere”.

Ci siamo persi in questo libro come in un antico bosco delle Alpi. “Donne delinquenti – Storie di streghe, eretiche, ribelli, bandite, tarantolate” è il risultato di una profonda ricerca che nasce nel solco dell’antropologia storica ma che in maniera molto intima e per chi ha sentito queste pagine come noi, anche ancestrale, annoda i fili di una memoria antica che ancora custodiamo e che ciclicamente ritorna anche attraverso una semplice ninna nanna. Almeno in alcune zone d’Italia scoprendo tanto per dirne una, sorprendenti analogie con lontane realtà sciamaniche. Ma l’autrice, Michela Zucca storica ed antropologa, specializzata in cultura popolare, storia delle donne e analisi dell’immaginario, compie con questo libro l’impresa straordinaria di ridare voce alle “antiche femmine ribelli delle Alpi e delle foreste d’Europa”.

Esiste un luogo altro, la foresta, in cui abitano gli spiriti di alberi, rocce, sorgenti e animali racchiusi in quello della Dea spesso oscura ma è proprio in quella oscurità che la vita di donne, poi considerate streghe, eretiche e bandite, viene preservata. Conoscitrici delle erbe e guaritrici, unico tramite con il mondo degli spiriti della foresta ma anche dei morti, le donne, hanno un ruolo centrale nelle comunità dei boschi sulle Alpi. Oltre che con l’inquisizione, ampliamente trattata nel libro anche attraverso importanti ricostruzioni biografiche, il “popolo dei boschi” viene confinato dalla tecnologia moderna con la progressiva distruzione della foresta che viene sfruttata. Quanta attualità c’è in questo argomento? Davvero molta. “La caccia alle streghe – si legge nella premessa del libro – non è l’unico mezzo di eliminazione di una cultura arcaica. La ‘soluzione finale’ passa anche attraverso la distruzione del substrato ambientale che permise per secoli alle varie ‘tribù delle Alpi’ di mantenersi indipendenti: la foresta meravigliosa che protegge genti e spiriti”.

Partendo circa dal 476 d.C. quando con la caduta dell’Impero Romano d’Occidente inizia virtualmente il Medioevo ed indicando, proseguendo passo dopo passo verso il Concilio di Trento, momento di rottura che porta a quel cambiamento che incide violentemente sulle culture arcaiche, Michela Zucca analizza un lungo periodo storico passando attraverso miti, leggende ma anche importanti elementi dell’iconografia sacra e profana. Senza tralasciare il patrimonio legato alla tradizione orale. In realtà per capire alcuni elementi legati a particolari forme di culto si torna spesso ancora più indietro nel tempo. L’analisi è puntuale, ed aiuta a capire come molti concetti siano stati volutamente distorti, per deformare nei secoli la figura della donna piegarla al concetto di debolezza ad esempio, estirpando invece quel primordiale legame con la natura che al contrario ha sempre connotato la donna, forte, custode di segreti sconosciuti agli uomini, simbolo di una sessualità libera e più in generale senza paura. Ed è stato davvero emozionante leggere storie come quella di Margherita da Riva compagna di Dolcino.

Dal sabba, allo stato di trance, dalle rocce sacre, alle fate nel libro viene spiegato come elementi che nascono da archetipi ma anche da precise condizioni sociali vengono relegati spesso per ragioni meramente legate al potere ed al controllo, solo al folklore che comunque diviene una risorsa importantissima per i moderni antropologi. Questo libro che non risparmia al lettore gli aspetti più cruenti di forme di persecuzione come l’inquisizione comunque è un segnale di rinascita importante, tipicamente femminile. Proprio come i germogli accanto i tronchi degli alberi divorati da un incendio. Sulle Alpi si sta lavorando molto per recuperare quella identità legata al popolo dei boschi ed alle donne partendo addirittura dalla figura delle druidesse reminiscenze delle tribù celtiche. Per questo vi consigliamo di conoscere una realtà importante come l’Associazione Sherwood le cui attività di Arkeotrekking sono coordinate proprio da Michela Zucca tra l’altro fondatrice della “Rete delle donne della montagna”. Il nostro invito alla lettura racconta solo in parte la ricerca straordinaria contenuta in “Donne delinquenti”. E’ un libro che ci ha dato molto e che vi consigliamo di leggere per ascoltare quelle voci che forse potrete ritrovare nel vento e nelle fronde degli alberi percorrendo i sentieri sulle Alpi.